20 Gennaio 2013


Mi sono iscritto all'IronMan 2013 di Nizza!

In verità mi sono iscritto gli ultimo giorni di Dicembre poi ho avuto l'influenza e ho dovuto fermarmi per 15 giorni perché non voleva saperne di passare.

Oggi è arrivata la notizia che Nizza è sold out! Finiti i posti!

In questo periodo, intendo dall'ultimo mio primo post, sono passati ben 4 mesi nei quali molte cose si sono avvicendate.

Ma procediamo per ordine.

Settembre e Ottobre sono stati caratterizzati da lunghi allenamenti per capire se potevo veramente pensare d’iscrivermi ad una gara che richiedeva allenamenti multi disciplina.

Swim, Bike e Run richiedono impegno e costanza nell’allungare le distanze e nel condizionare il proprio corpo ad un lavoro aerobico prolungato. Sembra facile ma non lo è per nulla, almeno per me che ho dovuto allenarmi tutte la sere fino a tardi e dedicare interi weekend, mantenendo un equilibrio costante con la famiglia e il lavoro. IMPOSSIBILE?

Esatto, proprio impossibile perché mia moglie ha dato agli inizi di Ottobre uno stop a tutto quanto, riportandomi alla dura realtà di tutti i giorni. Non ne poteva più.

Immaginate di correre per saltare un piccolo dirupo e mentre state per spiccare il volo sentiate il corpo che improvvisamente si blocca pietrificandosi. Brutta sensazione vero?

Vi assicuro che lo è.

A quel punto non so perché ma non ho combattuto, la mia mente forse non aspettava altro che lasciarsi andare e accettare la situazione. Non poteva essere fatto e basta. Troppi gl’impegni, poco il tempo, troppa la fatica fisica richiesta e poi mi sentivo non capace di arrivare ai livelli richiesti.

Si perché per la gara si nuota in mare aperto per 3,8 km, si percorrono subito dopo 180 km in bicicletta e infine si finisce facendo una maratona per 42 km. Il tutto partendo alle 6,30 del mattino e finendo tante ore dopo.

Novembre è stato il mese del  buio e del vuoto, era come se si fosse spenta la lampadina della vitalità mi sentivo svuotato e non c’era giorno che non mi arrovellavo fegato e cervello per capire come avrei potuto uscire da quella situazione. Qualsiasi cosa facessi la facevo svogliatamente e stranamente mi aumentava giorno dopo giorno un’energia continuamente repressa da parte mia che cercavo di chiudere da qualche parte.
In palestra ci andavo ma lavorare con i pesi mi faceva infiammare la spalla che dopo l’operazione era migliorata ma non guarita mai del tutto. Il medico l’aveva detto: “Ho rimesso a posto quel che potevo, per una persona normale andrebbe benissimo, per uno come lei sicuramente non basterà. Niente pesi, niente sforzi, niente sacco, niente arti marziali insomma faccia una vita normale con un’attività fisica normale per una persona normale della sua età”.

Verso metà Dicembre sono andato e non so perché, a farmi anche una visita dal medico che mi ha preparato per la corsa di 250 km attraverso il deserto Marocchino nel 2010. Ci sono andato per un controllo alla caviglia sinistra dove ho seri problemi al Tallone d’Achille ma in cuor mio ero lì perché avevo solo una domanda da fargli: “Potrei allenarmi duramente e affrontare  un IronMan?”
La risposta era scontata ma dovevo sentirla ugualmente: “Assolutamente sconsigliato come le avevo già detto dopo la gara del Sahara, deve smetterla con cose che richiedono sforzi prolungati ed allenamenti intensi. Alla sua età deve essere più cauto”.

Mi ricordo che quando sono tornato a casa mia moglie, vedendomi completamente spento mi ha detto solo due parole: “Ok fallo”.
E da lì è ripartito il sogno. Portare a termine un IronMan!

E’ stato come abbattere una diga, finalmente sapevo dove incanalare tutta quell’energia repressa che avevo accumulato in quei mesi. Sapevo che dovevo cambiare un po’ anzi parecchio il mio modo di vivere e dovevo fare attenzione a non pesare sulla famiglia e ovviamente il lavoro. Questa condizione è stata subito molto chiara sia a me che a mia moglie ma se lei mi appoggiava si poteva fare.
Ho passato almeno una settimana ha riprogrammare tutti gli impegni e con carta e penna ho messo giù i paletti che la vita di tutti i giorni richiedeva obbligatoriamente.

Mi piaceva stare alzato fino a tardi e quindi mi alzavo al limite per portare mia figlia a scuola in tempo, mi son sempre allenato tranquillamente, crescendo piano piano, per me la Domenica era con il Sabato il momento degli allenamenti… bene tutto questo doveva cambiare.
Sveglia alle 5,30 allenamento fino alle 7 poi famiglia e lavoro fino alle 18/19 poi piccolo allenamento e famiglia fino alle 22 infine si sarebbe chiusa la giornata con duro allenamento fino alle 23,30 e poi come un monaco a nanna.

Mi sarei allenato intensamente per brevi periodi dando il 110% e senza fare pause in modo da recuperare tempo.
Il Sabato ho concordato con la moglie che sarebbe stato l’unico giorno che avrei dedicato totalmente alla preparazione fisica almeno fino alle 18 ma la Domenica era tutta per la famiglia, dall’inizio alla fine senza interruzioni.

E così è stato mi sto abituando ad alzarmi alle 5,30.
Mi sto abituando ad allenarmi al 110% e quando finisco benedico che è finito l’allenamento.

Mi sono abituato a pedalare in casa con la bicicletta da corsa appoggiata ad un rullo almeno un’ora e trenta prima di andare a dormire.
Ma soprattutto mi sto abituando il Sabato ad iniziare a nuotare alle 8,30 per circa 3 km poi verso le 11 ad andare in bicicletta per 90 km e infine a chiudere il pomeriggio con molti km fatti di corsa.

Noto che andare al 110% e allungare le distanze progressivamente ogni Sabato mi dia la giusta speranza di riuscirci.
Per ora la spalla fa malissimo ma regge, il Tallone d’Achille è ancora attaccato anche se mi fa nuovamente zoppicare un po’ e il morale è nuovamente alto.

C’è una nuova sfida nella mia vita e non so perché io debba averne sempre una per sentirmi vivo ma è così.