21 Gennaio 2013


Sono tre settimane che mi alleno intensamente e questa è la settimana di scarico. Ne ho bisogno perché faccio difficoltà ad adattarmi al carico giornaliero di lavoro e poi perché la mia attività di prestigiatore che prima facevo dopo le ore ventidue, da un po' perde colpi.

Ho degli arretrati da preparare e anche se ho deciso di prendermi una pausa con l'arte magica fino a fine Giugno, non posso perdere l'elasticità delle mani e quindi mi tocca mantenermi un minimo in esercizio.

Dedico i giorni di riposo come la Domenica per esercitarmi e continuare a "pensare" a nuovi effetti magici. A dire la verità questa Domenica l'ho passata a riprendermi nel letto, cercando di dimenticare la caduta che ho fatto in bike durante l'allenamento di Sabato.

Ero dalle parti del lago di Avigliana e mentre tornavo verso casa ad un certo punto è apparso un "muro" (un "muro" e' quando il corpo dice: "basta!" e il cervello si rifiuta di continuare per la troppa fatica), così per non rischiare ho accostato a bordo strada vicino ad un bar dove c'erano due ragazze che parlottavano davanti alla porta.

Peccato che non ho calcolato e qui viene fuori la mia pochissima esperienza sulla bicicletta che ero ormai oltre il mio limite e dopo aver sganciato a fatica il piede destro dal pedale, nel momento che ho cercato di sganciare quello sinistro, mi sono incasinato e sono caduto senza riuscire a controllare la situazione.

Ho capito che il casco serve; mi sono sempre chiesto se il casco da bike avesse un senso, c'è l'ha, ve lo assicuro perché dopo la spalla ho sbattuto la testa a terra con un tonfo secco.

Una figura da pirla incredibile, fatta anche davanti alle ragazze che si sono chieste chi era quel pazzo, che poi a terra non riusciva neppure a sganciare quel cacchio di pedale. rimasto comunque agganciato alla mia scarpetta.

Altro che IronMan...