20 Marzo 2013


Scendo dal treno, prendo la metro, corro a casa m’infilo le scarpette e…

Finalmente dopo 8 ore di riunione vado a correre e per non perdere tempo, tengo su il cellulare e le cuffie che ho usato tutto il giorno perché in treno l’ho ricaricato e così sono sicuro che non mi molla a metà strada.

Parto corro e dopo trecento metri arriva la prima chiamata di lavoro, poi la seconda, poi la terza… e per tutto l’allenamento c’è qualcuno che chiama di continuo.

Io rispondo e la cosa buffa è che devo anche giustificarmi per il fatto che alle venti sto correndo: “ Beato te che riesci ad andare a correre. Si vede che non hai lavoro. Ma corri a quest’ora? Ma fai part time? Ma sento che hai il fiatone, sono per caso le scale di casa? Ma sei già a casa a quest’ora?”

Ma vi siete tutti rincoglioniti?

Due di quelli che mi hanno chiamato era per dirmi la stessa cosa che mi hanno detto durante la chiamata di stamattina delle 8,30…

C’è gente che quando arrivo in ufficio e io arrivo mediamente abbastanza presto, non mi lascia neppure appoggiare il giaccone ne accendere il pc che entra e mi dice: “ Ti spiace firmare questa pratica molto urgente”.

Poi li vedo girare con il cellulare in mano nel corridoio e parlare di cavolate per almeno due ore.

Un giorno o l’altro mi piacerebbe rispondergli: “Me ne sbatto il belino della tua pratica urgente!” Poi voglio restare in silenzio e vedere cosa mi dicono…